Un avvocato che parla di sessualità o un consulente in sessuologia che parla di diritto?
L’uno e l’altro.
Strano? Solo in apparenza.
Quando, un po’ di anni fa, ho iniziato da avvocato con studi di psicologia, ad occuparmi di sessuologia, si è creata intorno a me non poca sorpresa. Poi curiosità. Poi interesse. Poi, ben presto, sono state riconosciute l’utilità e, quindi, la necessità di una conoscenza complementare per i professionisti del settore. E non solo per questi. Ora numerose sono le richieste per interventi, consulenze, insegnamento, formazione.
Non è stato, tutto sommato, così complesso far passare il concetto che, se lo studio della sessualità è un sapere integrato, il diritto ne è il fondamento, la regolamentazione, la tutela, la promozione. Si diceva allora, e si dice ancora oggi, che la Sessuologia è integrazione di due scienze: psicologia e medicina. La mia era, ed è, l’idea di un triangolo: medicina, psicologia e diritto, perché tutto ciò che riguarda la sessualità ha a che vedere con diritti fondamentali della persona e con la loro tutela.
Mi dicevano con meraviglia che ero il primo “avvocato sessuologo” d’Europa. Ma ciò che agli altri stupiva (e, a volte, stupisce ancora) in realtà è strettamente legato ad un percorso naturale proprio della funzione del diritto.
Da qui e dal corposo e specifico iter di studi, che ancora ovviamente continua, accanto all’attività strettamente professionale, il mio ruolo di docente, formatore, relatore e l’impegno forte di fare informazione e divulgazione anche per i non addetti ai lavori.
Sessuologia Giuridica è nata così anni fa e così continua nella sua originale, ma necessaria strada.
Oggi, come non mai, la sessualità e i comportamenti ad essa correlati sono tema urgente e scottante di discussione, purtroppo affrontati, interpretati e trasmessi, attraverso i media, con sconcertante superficialità di conoscenze e con informazioni imprecise e fuorvianti.
Anche gli interventi degli esperti appaiono inevitabilmente parziali: al sessuologo non appartiene la dimestichezza del diritto né il significato profondo dei principi normativi (quella che in gergo si chiama ratio legis), all’operatore del diritto manca l’approccio sessuologico. E la doppia conoscenza di differenza ne fa tanta.
Non sono sola in questo blog. Con me, altri professionisti di riconosciuta professionalità: l’intento non è fare opinionismo.
Per arrivare al benessere, all’affermazione dei diritti fondamentali, per orientare uno stato di cose in fermento verso la direzione giusta, non basta dire. Bisogna anche operare. E per bene operare bisogna conoscere. Questa è allora la mission: formare e informare.
Mara Romandini
Lawyer sexologist
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