The case
Fine di un amore. Lei va via da casa, lui chiede la separazione. Per tutti e tre i gradi di giudizio, il marito si vede rigettare le richieste di addebito della separazione a carico della moglie.
A nulla è valso spiegare, nei tre procedimenti, che l’abbandono della casa seguiva, peraltro, al rifiuto della moglie di avere rapporti sessuali.
Lui ha dovuto, così, lasciare l’abitazione familiare che è stata assegnata alla moglie cui dovrà, altresì, corrispondere un assegno mensile di mantenimento pari a 700,00 euro. (Corte di Cassazione, sez. VI Civile – ordinanza 18 dicembre 2018 – 15 febbraio 2019, n. 4623)
According to the Lawyer Sexologist
La prima impressione nel leggere l’ordinanza, così formulata, della Cassazione, è che la suprema Corte, nonché i giudici dei precedenti gradi di giudizio, abbiano preso in antipatia un povero marito con una moglie disamorata e cinica.
Quando leggiamo sentenze e provvedimenti giudiziali, bisogna, in realtà, tenere presente che, per ogni processo, ci sono, almeno, due parti che hanno interessi divergenti, se non proprio in conflitto, e, ognuna delle due, ha una “propria” verità. E’ il processo lo strumento volto a sancire la verità “vera”, a volte ben lontana da quella rappresentata dalle aspettative di chi è in lite.
Funzione quanto mai difficoltosa affidata alla giustizia, soprattutto quando, a fronte di fatti e circostanze obiettive, vi sono anche affetti e delusioni e la fine di un amore.
Proviamo a guardare allora fatti e comportamenti da un punto di vista più completo.
Che, nel caso in esame, la signora sia andata via di casa, non v’è dubbio.
Che si rifiutasse, anche, di avere rapporti intimi con il marito, non è in contestazione.
La moglie aveva subito, infatti, un intervento delicato alla vescica che aveva compromesso la normale vita intima di coppia, ancor più appesantita dal clima opprimente che l’uomo aveva instaurato, tanto da indurre la donna ad andar via da casa…
Come collocataria della prole, l’abitazione familiare è stata assegnata alla donna che, versando in una condizione economica assolutamente sperequata rispetto a quella del marito, si è vista riconoscere il diritto all’assegno di mantenimento.
Così ricollocate le posizioni delle parti, le cose cambiano aspetto e il marito appare come un uomo dedito a pensare più al sesso che ai bisogni della donna: vuole, persino, “punirla” per essersi sottratta all’intimità di coppia, con l’addebito della separazione, la non assegnazione della casa e la non corresponsione del mantenimento.
Stabilita, così, la verità processuale, possiamo ora riflettere sul fatto che, normalmente, ben poco conosciamo delle cause che portano una coppia a disamorarsi e a separarsi. Quando inizia la fine di un amore?
Difficile capire quando i problemi d’intesa e intimità sessuale effettivamente sorgano (es. prima dell’intervento alla vescica c’era già qualche falla nell’intesa tra i due?).
Quello che possiamo dire è che se nel rapporto di coppia o, meglio, nella famiglia si vuole investire una parte della propria vita o, se più piace, un pezzo del proprio cuore, il consiglio, per evitare che la fine di un amore diventi un triste fallimento, è non lasciare che le cose vadano da sole per poi subirle quasi senza capirne il senso e il perché: un consulente di coppia, un sessuologo sono in grado di sostenere, capire, far capire e risolvere incomprensioni senza necessariamente dover trascorrere anni di battaglie giudiziarie.
Da un tribunale si dovrà sempre passare, almeno quando ci sono figli. Ma si possono evitare tante tensioni e preoccupazioni. E spese.
Bastano un bravo sessuologo e un avvocato conciliativo.